- Per me Lauro non ha il tallone fragile
Ho rivisto Vacanze Romane. Lei stupenda manco a dirlo, lui affascinante alla maniera dei tempi andati, una faccia da galantuomo rigata dal sorriso più malandrino.
Gregory Peck mi ricorda mio nonno nelle foto sbiadite del dopoguerra, sarà la fossetta sul mento ma a guardarlo sento quasi il profumo della brillantina Linetti.
Tutti dovrebbero avere un nonno Giuse, nella vita. Un ometto scappato alla guerra con trucchetti e sotterfugi, incapace di eroismi ma sempre pronto a far passare prima i fragili. Qualche anno di scuola da bambino, poco più che un talentucolo per le arti e la pittura, una piccola famiglia mantenuta come un gioiello camallando casse al porto. E tanto amore, tanta lettura, tanta timida curiosità a conservarlo troppo giovane per gli anni che gli piombavano addosso.
Trascorrevo il pomeriggio dai miei nonni, focaccia prosciutto cotto con maionese e libri. Avevano rinunciato al loro appartamento col pavimento in graniglia e i mobili antichi per stare vicino a figlia e nipoti: bilocale che dava sulla stazione e arredamento moderno. Quanto erano felici.
Mio nonno lasciava in bella vista, nella libreria sopra il divano, gli autori che sperava leggessi: Jack London, Charles Dickens, Hugo, qualche Zola, Silone, Gogol’, Hemingway e tanti altri.
Troppo in alto per stuzzicare c’erano i volumi più disgraziati, i classici che l’avevano annoiato come Peter Pan o Gian Burrasca, e i romanzi faticosetti, come Il Gattopardo e Cent’anni di solitudine o I demoni.
Ma.
Ma in una colonna della parete attrezzata, tra la finestra e la collezione di tazze da caffè della nonna, stava lasciva la vetrinetta dei libri proibiti: Nabokov, Wilde, Maupassant, Stendhal, Miller, Moravia, Boccaccio, Flaubert e compagni, autori mandati al confino con la sola colpa di aver scritto testi non ancora adatti alla mia età, o forse non del tutto consoni all’educazione di una signorina.
Aspettavo che il nonno Giuse uscisse a giocare a bocce con gli amici, prelevavo la chiave dal posacenere stile Taormina e trafugavo un libro alla volta: con che gusto leggevo tutta la notte sotto le coperte, la torcia tremolante fra le mani. Capivo solo metà delle parole scritte, ma restava un gran godimento.
Sospetto che mio nonno sapesse, anzi lo facesse apposta se anni dopo, col sorriso alla Gregory Peck – lo stesso di quando vedeva le tahitiane di Gaugin – disse: “Così quei romanzi ti sembravano ancora più belli, no?”
Provai quasi la stessa soddisfazione anni dopo, dalle suore. Nelle ore tra la chiusura del doposcuola e l’arrivo di mia mamma lavoratrice indefessa ottenni l’autorizzazione – o forse mi arrogai il diritto – di accedere alla libreria dell’Istituto: seduta a terra con tanto di uniforme blu e calze immacolate, divorai prima gli scrittori russi, poi i francesi, due o tre spagnoli e infine gli inglesi, i tedeschi e tanti italiani. Unica lacuna gli americani, che restano tutt’oggi il mio tallone di Achille.
Non ho mai smesso di leggere. Sul treno tra Genova Brignole e Bolzaneto, credo che in molti ricordino ancora “quella coi libroni in mano”. All’epoca fasciavo le copertine per nascondere i titoli, mi sentivo anacronistica a leggere Proust e Cechov, o forse temevo il giudizio di altri. Avevo faticato anni a costruirmi quell’aria da imbecille compagnona e non volevo perderla passando per secchiona che se la tira.
Ancora oggi, se nel vagone sono l’unica col cartaceo in mezzo a tanta roba tecnologica, mi arrendo a un audiolibro in cuffia.
I libri – come la musica – mi hanno salvato la vita. Non suono perché la musica scioglie ogni mio filtro in pianto, e dopo mezzanotte mi trasforma in Gremlin (“Ma questa – come direbbero in Irma la Dolce – è un’altra storia”).
Vorrei scrivere. O meglio, quando posso scrivo. Mi dispiace solo che i miei testi non riescano a farsi conoscere. D’altra parte, quando vado al cinema di solito la sala è più o meno deserta. E se leggo un romanzo contemporaneo, scopro che siamo in pochi ad apprezzarlo. Come dice mia sorella, probabilmente ho interessi di nicchia. Oppure…
– Hai gusti pallosi!
– Grazie.
Stavolta ha ragione, forse leggo e scrivo cose pallose.
semplicemente, sono in tantissimi a scrivere
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Vero, dovremmo avere più tempo per leggere tutto. 😉
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Tu scrivi benissimo, si vede che hai letto “quelli bravi”! 😉
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Specchio riflesso e blush blush… 😅😘
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(non avevo letto il commento, che imbarazzo, grazieeee, sorrideró tutta la sera 😅)
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😅
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La lettura ci dona un piacere infinito, ci permettere di vivere altre vite – se poi non è imposta ma fatta quasi di nascosto, il piacere e raddoppiato 😉
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Sottoscrivo! 😉🤗
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🙏😊🌺
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Quello che si legge con piacere non è mai palloso!
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Sono d’accordo, anche se… Quello che non è palloso per me, può esserlo per te e “viceserva” (come diceva un mio prof delle superiori 😉).
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Certamente!
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😊
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Certo si legge per godimento personale…. forse si può anche scrivere solo per quello….
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Sono giunta alla stessa conclusione partendo da una non impellente volontà di pubblicare. Ma, nonostante i pochi e sfortunati tentativi di propormi, un po’ di amarezza a inquinare le stesure successive resta. Man mano che vado avanti con la scrittura, passa la delusione e resta il godimento personale. Per fortuna. 😊
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Certo sapere di avere dei lettori è stimolante 🙂
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😊
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Da quel poco che per il momento ho letto di te, non mi sembra proprio che tu scriva cose pallide anzi, tutt’ altro direi, hai quella capacità di riuscire ad incuriosire il lettore per arrivare sino in fondo alla lettura tutta d’ un fiato. Anche per quanto leggo, stando almeno agli autori dei libri coi quali sei “cresciuta” beh direi che hai letto dei capolavori. A me sembri in granbissima da quel poco che sto imparando a conoscerti…
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Non mi sento così ma è incoraggiante leggerlo. 😊 Imbarazzata e felice (sei contagiosa! 😉) ti ringrazio di cuore con un abbraccio virtuale. 😊🥰
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Solitamente le nostre doti o qualità che siano le sottovalutiamo mentre invece sono gli altri che gli sanno dare il giusto valore, qualunque artista a differenza di altri personaggi tipo mondo spettacolo etc, non sarà mai pieno di sé …
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Su questo ti do ragione: la modestia di Ennio Morricone riproposta di recente ha commosso il mondo. Certe persone sono modelli a cui tendere. 😊 Continuerò a seguire i consigli sul tuo blog, davvero interessanti! 😉🥰
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Grazie mi fa piacere
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🥰
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L’amante di Lady Chatterly era nella collezione di tuo nonno?.spero di sì 😉
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LA casa di tuo nonno semplicemente bellissima con tutti quei libri posizionati con cura. Che tristezza quelle case con un televisore enorme e nemmeno un libro!
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Per fortuna per le dirette da remoto in TV, molti si sono attrezzati con queste belle librerie dietro le spalle e… Chissà, magari il contatto coi libri ha acceso il desiderio! 😉🤗
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Anche io ho letto tutti i libri che sono riuscita a procurarmi, li divoravo famelica e ansiosa. ora ricordo solo qualche titolo, ma mi è rimasto il piacere della bella scrittura e della poesia, è come un dono che mi è rimasto dentro e del quale godo infinitamente prima per me stessa e poi , come disse il Manzoni, per quei cinque lettori che ogni tanto mi seguono. Ciao!
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Vero, magari sparisce la sostanza del libro, ma si rigenera dentro di noi e resta una passione che non si ferma mai. Leggere è stupendo e se si trasforma in altro è anche meglio, offre una via d’uscita non da poco. 😉 Ho sbirciato il tuo blog e ti seguo volentieri. 😊 Buonissima giornata. 😘
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” i libri come la musica mi hanno salvato la vita’ tra i libri in bella mostra mio nonno aveva anche Salgari e Verne e Dumas…
Ciao 🌙
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Che batticuore i libri dei nonni. 🥰
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Mio nonno era medico e divoravo i volumi degli anni ’30 e ’40 di vera divulgazione scientifica che aveva in libreria: la scoperta dei vaccini, del microscopio, dei microbi e i casi medici più disparati. (Harpole J. – Camice bianco, Paul de Kruif – Cacciatori di microbi, solo per citarne un paio).
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Immagino che fossero molto interessanti, tutto lo diventa quando c’è un modello importante a precederci. Chissà se quelle letture hanno influenzato la tua vita.
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Professionalmente no (accidenti che non ho fatto medicina!), dal punto di vista letterario, certo. Anche mio nonno scriveva, i suoi racconti sono uno spasso XD Spero di pubblicarli qui, un giorno 😉
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Fantastico! Anche mio nonno scriveva, scriveva e disegnava: ho un suo quadernetto di ricordi che conservo con cura e quando lo rileggo mi sembra di essere con lui. Sarebbe splendido leggere i racconti di tuo nonno. 😊 Sì ricomincia, buonissima giornata. 😊
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“Nabokov, Wilde, Maupassant, Stendhal, Miller, Moravia, Boccaccio, Flaubert” “Jack London, Charles Dickens, Hugo, qualche Zola, Silone, Gogol’, Hemingway e tanti altri.”
Letture da fare rigorosamente a metà delle scuole superiori, quando vedi che la maggior parte dei tuoi compagni di classe hanno il destino di divenire mediocri e poco colti uomini-massa.
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Eh io il mio spirito ormai lontano da quegli anni mi porta a una maggior clemenza, ma credo fosse anche quello lo spirito che mi animava ai tempi. Il revisionismo sopravvenuto mi fa vedere solo il desiderio di sopravvivere, libri e musica per non vedere né sentire il mondo.
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L’ha ripubblicato su La solitudine del Prof.
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Grazie 😊
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