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Passate le 18, passato luglio, passato il lockdown, passato il Calvino. Anzi no, il Calvino col cavolo che l’ho passato. Ho appena ricevuto la scheda di lettura: condivido molte critiche, ma non accetto che certe scelte lessicali siano additate come imprecisioni. Pazienza, tanto non avrei vinto lo stesso. è (ma come si inserisce la “è” maiuscola su wordpress?) facile che abbiano ragione, ho scritto un romanzo con evidenti debolezze. Forse anche di struttura. Eppure – come per fortuna mi è stato riconosciuto – presenta diversi punti di forza. Bene, partirò da quelli per andare avanti, per scrivere una nuova storia e trasformarla in romanzo.

Intanto mi godo l’aria fresca d’Imperia, questi due strani gatti neri dei boschi e i tanti appunti che ho trafugato dal mio passato.

Potrei proporre un racconto a una rivista, con l’Almanacco Guanda ha funzionato.

Tra una canzone natalizia e un film freddo, in questo agosto butterò giù il soggetto della mia prossima storiaccia autunno-inverno.

E imparerò a digitare un po’ più in fretta, magari utilizzando dita che non siano le solite due.

Bene, cominciamo: oggi copierò gli appunti su un uomo privato dalla religione della possibilità di essere un tizio qualunque.

– Perché, la religione ha ancora tanto potere? Se non se la fila nessuno! Di sicuro sarà stato un prete a privarlo di certi privilegi, non la Religione con la R grande. E poi perché vuole essere un tizio qualunque? L’alternativa è brutta? Disdicevole?

– No, l’alternativa non è malaccio, nessuno gli toglierebbe niente. E ti assicuro che il tizio ha un bel po’ di cose. Ma si sentirebbe un outsider, il solito escluso che tutti sembrano invidiare ma poi la domenica tutti a messa e pranzo da nonna.

– Quindi il nostro amico vorrebbe essere come gli altri? Perché, la domenica niente messa e digiuno?

– A casa sua la domenica si legge, si fa un piccolo circolo di lettura in famiglia, e… ma no, cosa ti racconto, non è questo il problema. Il fatto è che non riesce a entrare nel gioco, non ha la fede. E quindi tutto gli sembra strano. Se poi ci metti che i genitori l’hanno abituato a ragionare con la propria testa, a dire e a fare quel che pensa e a dare il giusto peso a persone e cose, capisci bene che il disastro è assicurato.

– A me sembra un gran figo, ce ne fossero…

– Tu ne vedi tanti così, in giro?

– No ma vorrei…

– Starebbe sulle palle anche a te al primo: “Sei come il mondo: abbracci tutto ma non stringi niente”. E se non al primo, al secondo commento antipatico. Così lui resta solo. Solo e incapace di mimetizzarsi.

– Quindi il racconto è sui suoi tentativi di farsi degli amici, meglio se devoti?

– No, non c’entra niente. è (maiuscola) su di lui che ogni santa volta cerca di accaparrarsi un sacramento e gli viene negato.

– Ma non avevi detto che… Va beh, fa niente, lo leggerò sulla rivista.

– Sempre che me lo pubblichino.

– Sempre che tu lo scriva.

Sempre che io lo scriva…